Frank Lloyd Wright e Mamah Borthwick Cheney – Eros e Thanatos nella loro storia d’amore

Andrea Vailati

Marzo 7, 2017

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Frank e Mamah
Frank e Mamah

Frank e Mamah

Forse non molti sono a conoscenza di un aspetto molto particolare e intimo della vita dell’architetto americano Frank Lloyd Wright.

La rubrica Le Muse inquietanti, condotta da Carlo Lucarelli su Sky Arte, è proprio riuscita a far emergere e a tratteggiare questo aspetto inedito della vita dell’architetto Wright.

Le Muse inquietanti, infatti, è una trasmissione televisiva incentrata proprio sui segreti nascosti dell’arte, volta a rivelare vicende misteriose che hanno interessato la vita di pittori, critici, modelle, scultori, musicisti, scrittori, registi, attori.

La puntata andata in onda lunedì 2 gennaio 2017, dal titolo Frank Lloyd Wright – Storia di una strage, è stata estremamente interessante e dedicata a questo nume tutelare dell’architettura.

Il mito di Eros e Thanatos, gioca un ruolo centrale nella storia del grande architetto Frank Lloyd Wright, in una pagina scandalosa nell’America puritana dell’inizio del XX secolo, censurata ancora oggi.

Si tratta di una tragedia, in quanto l’Amore ha dovuto poi cedere il passo a Thanatos, la Morte: la tragedia accade una sera del 15 agosto 1914, quando Frank Lloyd Wright riceve una telefonata tanto agghiacciante da costringerlo a rientrare immediatamente a casa. Una volta risalita la collina, Wright, si trova di fronte la propria abitazione e non può credere ai suoi occhi: la sua casa è completamente distrutta, divorata da un incendio, e nel cortile antistante giacciono sette cadaveri, tra cui la sua compagna e i suoi due figli. L’assassino è Julian Carleton, il domestico. Carleton, dopo la strage, si è nascosto e ha tentato di suicidarsi con dell’acido muriatico, ma viene trovato ancora vivo e portato in carcere. Morirà due mesi dopo l’arresto senza però rilasciare alcuna dichiarazione.

L’antefatto – la storia d’amore

Occorre fare un passo indietro. Wright conosce Mamah Borthwick Cheney sul cantiere di una villa, nel vicino Illinois, che aveva disegnato per il marito, l’ingegnere Edwin Cheney.

Mamah è la prima vera grande storia d’amore del passionale Frank, al punto che per lei, Wright, lascia Kitty Tobin, la prima moglie, una classica casalinga devota che gli aveva dato sei figli in dieci anni. Anche Mamah è naturalmente sposata con due figli.

Mamah si innamora di Wright perché – come lei stessa afferma – lui le ha fatto ricordare chi lei fosse davvero, risvegliandone la più intima natura, forse dimenticata dopo essersi sposata.

Tra Frank e Mamah si innesca una passione invalicabile. Non vogliono nascondersi o arrendersi alle convenzioni borghesi, ma solo amarsi furtivamente. Loro vogliono di più. Loro vogliono tutto.

Sono però osteggiati da un’America puritana che ancora oggi, nel XXI secolo, sembra non aver mai accettato e perdonato questa liaison.

Lei combatte come un’eroina protofemminista e lui contro ogni ipocrisia del tempo, dichiarando alla sua amata la sua rinascita dopo averla incontrata. Frank le confessa: «Trovare te mi ha dato libertà, mi ha fatto credere che potesse esistere qualcosa di più vasto. Mi fai desiderare di essere migliore, come uomo e come artista. Sarei una persona così triste se non ti avessi incontrata…».

Mamah, inizialmente, ha paura di questa attrazione, intuisce che le porterà anche una sofferenza e, pertanto, cerca di opporvisi, senza risultato.

Come scriverà Mamah in una lettera del suo diario il 20 agosto 1907: «Sono rimasta ferma alle sponde della vita e l’ho guardata scorrere. Ora voglio tuffarmi e nuotare nel fiume. Voglio sentire la corrente».

E infatti, Mamah, si decide a vivere pienamente la propria vita e si immerge nel fiume integralmente. Frank e Mamah lasciano le rispettive famiglie e vanno in Europa per il lavoro di quest’ultimo. Nello specifico a Berlino, dove lui ha trovato un editore che stamperà una monografia e un volume di fotografie dei lavori da lui stesso ultimati.

Dopo essere stati a Berlino, nel marzo del 1910 Wright arriva a Firenze e si impegna a preparare i disegni e i testi per una sua monografia, sempre in compagnia dell’amata.

Sono questi giorni incantati, da idillio, che lo stesso architetto racconta così nelle sua autobiografia: «Passeggiavamo assieme, la mano nella mano, lungo la strada che sale da Firenze all’antica cittadina, circondati lungo tutto il tragitto, alla luce del giorno, dalla vista e dal profumo delle rose. Percorrevamo sotto braccio la stessa antica strada, di notte, ascoltando l’ usignolo nelle ombre fitte del bosco illuminato di luna…».

Wright progetta con Mamah una svolta radicale nella sua vita. Tra inquietudine, preoccupazioni e pettegolezzi, progetta una casa ideale a Fiesole, il luogo in cui Mamah vorrebbe ricominciare a vivere; si tratta di un sogno che, sfortunatamente, Frank non condivide, tant’è che realizzerà un’altra casa nel Wisconsin.

Nel frattempo, la stampa americana, li perseguita con sanguinari articoli tacciando come immonda e riprovevole la loro relazione extraconiugale. Gli articoli descrivono Mamah come una madre snaturata e, la moglie di Frank, come una donna innamorata alla quale è stato portato via il marito.

Frank e Mamah non si lasciano mai neanche di fronte alla cattiveria e al giudizio lapidario della comune opinione della società americana.

Affrontano insieme tutte le tempeste, i loro dubbi e i loro tormenti, vivendo con il timore di essere allontanati dai loro figli.
È un amore passionale, formato da comprensione e stima reciproca: hanno la necessità di percorrere il cammino della loro rinascita insieme, fino alla morte.

Mamah segna, nella vita di Frank, anche una svolta lavoratia: egli, infatti, attua una ribellione personale che si riflette sul suo modo di concepire l’architettura organica. Rifiuta la mera ricerca estetica o il semplice gusto superficiale, uscendo dai limiti dell’imposizione.

Il loro ritorno a Taliesin non è idilliaco come il loro viaggio. La stampa continua a perseguitarli e, addirittura, ne auspica l’arresto. In questo contesto di violenza e animi tormentati, i due amanti tentano di sopravvivere.

Lei è la donna perduta, l’ infame che aveva lasciato il rispettabile marito e abbandonato i propri bambini. Lui è il “genio e sregolatezza”, il non più giovane architetto che ha buttato una carriera importante per una donnaccia.

In quest’atmosfera si prepara e si consuma il tragico epilogo.

L’epilogo – la tragedia

A mezzogiorno del 15 Agosto 1914, il cameriere Julian Carlton colpisce con un’ascia Mamah e i suoi due figli, per poi incendiare la casa.

Il bilancio è di sette morti e fu riportato con clamore da tutta la stampa del tempo. Probabilmente, il cuoco Julien decise di far pulizia in quel nido di peccatori. Mamah, la peccatrice, colpevole solo di amare, cerca di fuggire, ma Julien aveva inchiodato le finestre, le aveva cosparse di benzina e aveva appiccato il fuoco per ostacolare ogni via di fuga.

Taliesin brucia per contrappasso dantesco, incarnando il simbolo di un amore che avvampa e si dissolve. È un amore, però, che non si arrende alla realtà puritana, all’idea che questa strage sia avvenuta come punizione degli dei.

«Ma io ricostruirò quella casa, affinché lo spirito dei mortali che l’ hanno amata continui a vivere nello stesso luogo. La mia casa è ancora lì». Sono queste le parole di Wright dopo la tragedia. Taliesin è stata integralmente ricostruita e Frank ne ha fatto la propria scuola che, ancora oggi, attira migliaia di visitatori ogni anno.

Frank e Mamah sono sepolti insieme, lui l’ha raggiunta dopo averla sepolta nella notte di San Lorenzo del 1914.

Una storia d’amore, questa, che la scrittrice americana Nancy Horan ha ricostruito, con la meticolosità di una ricerca da dottorato e con la passione narrativa di una donna ispirata da una tragedia d’amore, nel suo romanzo storico Loving Frank.

Una storia in cui Eros e Thanatos prendono vita nelle forme umane dei due protagonisti: Eros è l’ Amore, quella forza o energia che dà origine alla Vita, alla Creazione, invece Thanatos è il suo diretto antagonista, la Morte, che porta con sé la Distruzione e il Nulla. Due concetti in totale opposizione, ma indissolubilmente legati tra loro. Laddove Thanatos è ombra e negazione del luminoso, Eros è la forza vitale, capace di trascinare nel profondo buio delle tenebre la vitalità dell’Amore.

Ma come diceva Jung: «Nessun albero può crescere fino al paradiso se le sue radici non scendono fino all’inferno».

Leggi anche: Eros e Thanatos – Il Peccato dell’Amore nel Cinema Horror

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