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10 (+1) tra i Migliori Monologhi del Cinema
2. Manhattan – Cose per cui vale la pena vivere (di Tommaso Paris)
Ecco, bella domanda. Woody Allen ha provato a risolvere tale insolubile enigma durante tutta la sua lunga vita, durante tutta la sua vasta cinematografia. Tutt’ora non ha trovato una risposta, e mai la troverà. Ma come esso stesso ci dirà, il compito dell’artista non è soccombere alla disperazione, ma cercare una cura alla futilità dell’esistenza.
Ecco che quindi è necessario trovare qualcosa per cui vale la pena vivere. Il nostro Woody manifesta la sua ricerca nel poetico Manhattan, un film che si erge come un’autentica dichiarazione d’amore per New York, sempre generatrice di bellezze e suggestioni perpetue, per la letteratura, per il cinema, per l’arte, ma soprattutto per l’Amore e la vita con tutte le sue sfaccettature ed assurdità.
In questo indimenticabile monologo Woody Allen ci mostra ciò che per lui significa vivere, si passa da Groucho Marx a Frank Sinatra, dalla pittura di Cézanne a Marlon Brando, dal L’educazione sentimentale di Flaubert al cinema svedese.
Per arrivare poi a ciò che vi è di più autentico ed essenziale, il viso di Tracy. Woody Allen ci mostra come alla fine tutto, ma veramente tutto, si chiude, come un ciclo esistenziale, da dove è iniziato. Dall’Amore. Perché alla fine, come disse qualcuno, le emozioni sono tutto ciò che abbiamo. Manhattan si conclude con un autentico manifesto d’Amore alla vita, esistenzialmente parlando, e a tutto ciò che ne comporta.
Mi sembra più che doveroso, adesso, aggiungere alla lista alleniana quest’indimenticabile opera. Manhattan è decisamente qualcosa per cui vale la pena vivere.
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